C’era una volta LA Carol

Ieri sera ci siamo trovati in molti a ricordarti, Carol.

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Lo so che non mi leggi e non mi ascolti, ma io ti scrivo lo stesso perché non si sa mai…

Eravamo tanti e molti di noi non si erano nemmeno mai visti prima. Per cui, sai come succede in questi casi no? Non sai se dare del lei o del tu. Magari per rispetto per l’età, magari per una timidezza più che lecita, con alcune persone senti di poterti buttare dritta dando del “tu”, con altre invece resti sul “lei” sperando che ti venga offerta la possibilità di sciogliere la titubanza.

Sai Carol anche ieri sera è avvenuto quello che in alcune circostanze si è verificato  a Daddy’s Home : mi sono sentita inutile e nessuno. Di fronte a tanta esperienza e a tanti anni di viaggi e lavori per Care & Share, certe persone amiche tue di lunga data hanno potuto raccontare tutto quello che hai saputo mettere in piedi dal 1992 ad oggi anche grazie al loro contributo. In realtà tuo fratello Tony ha fatto risalire l’inizio del tutto ancora a molto prima del 92!

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Non le conoscevo nemmeno alcune fasi del tuo impegno, al punto che ad un certo momento ho dovuto fare i conti per capire se tu avessi vissuto 65 anni o 165! Ma quello che di straordinario c’è, è che hai avuto vicino a te un gruppo di persone che ti hanno seguita e si sono fatte sempre più numerose e sempre più entusiaste.

C’è gente che in India, a Daddy’s Home ci è venuta quando non c’erano le comodità che trovo ora io quando arrivo. Il campus ora è un’oasi serena piena di costruzioni e annessi per il lavoro e la vita quotidiani. Ma all’inizio cos’era?

Perché sai, un conto è arrivare e trovare Padova Home bella accogliente con la sua cucina e le poltroncine in entrata dove sederci la sera per attaccarci alle ondine del wifi; un conto è arrivarci, dopo ore e ore di viaggio, e non trovare praticamente nulla. Un conto è alzarsi la mattina con qualche idea sul lavoro da svolgere e in linea di massima seguire quanto altri prima di te hanno avviato, un conto è iniziare la giornata ed inventarsi tutto.

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Cari amici di Carol che avete creduto in lei, che l’avete sostenuta e forse un po’ temuta, ma che avete saputo costruire assieme a lei il futuro per migliaia e migliaia di ragazzi, io non posso che ringraziarvi con ammirazione e incredulità.

Io, Ugo e le ragazze ci siamo ripromessi di seguire la tua strada sperando di averla illuminata ogni tanto quando inevitabilmente scenderà il buio; cercheremo di superare gli ostacoli che non mancheranno, offriremo la nostra esperienza ai nuovi volontari e rispetteremo le priorità che tu hai avuto. I bambini, la loro educazione e la loro istruzione, saranno l’unico vero significato del lavoro che andremo a svolgere.

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