Le bugie hanno le gambe e fanno chilometri

Ho pensato di non scrivere più perché quando non ci si sente liberi di parlare col timore che le  parole ci si ritorcano contro, non vale nemmeno la pena di farlo.

In realtà la paura non è paura, è solo fastidio nel sapere che la manipolazione di quanto potrei scrivere possa servire ad avvallare teorie che non mi appartengono.

L’India ormai è diventata un argomento molto presente nella mia vita di tutti i giorni (e di tutte le notti!) al punto che devo organizzare le giornate in modo da non confondere gli insetti con gli umani. Già perché per una che si occupa di disinfestazioni e in pieno aprile si trova a dover affrontare la lotta agli scarafaggi, alle zecche, alle pulci e alle zanzare è difficile non confondersi e cadere nella confusione, proponendo l’eliminazione degli umani. L’India si è presa una parte della mia esistenza e occupa i miei pensieri senza concedermi una tregua.

D’altronde come faccio a non preoccuparmi di tutti i bambini che vivono a Daddy’s Home e a Butterfly Hill, per non parlare dei ragazzi della Sweet Home e della Lake Home, e poi dei ragazzini sparsi per i vari slum della città? Non ci riesco sapendo che le risorse economiche che un tempo giungevano, ora non ci sono più. Servono fondi, serve denaro per mandare avanti le strutture della Care & Share, servono idee e persone per garantire il sostegno necessario a tenere in piedi tutto.

L’Italia ha mollato, via, spariti tutti dopo mesi di torture e agonia. Sia quel che sia, l’importante ora è che chi ha deciso di restare non molli, stringa i denti e tiri fuori nuove fonti di sostentamento.

Troppe menzogne e troppi inganni ho dovuto guardare ed ascoltare senza poter fare nulla.

 

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