Cara Carol,
bello scherzetto mi hai fatto! Bello scherzetto ti ha fatto la vita!
Me l’hai detto quando hai saputo di avere tre mesi ancora da vivere, che dopo tutto quello che avevi faticato per mettere in piedi questa impresa, te ne saresti dovuta andare un po’ troppo presto. Ma mi sembravi serena nel dirlo, forse perché sapevi che non sarebbero stati solo tre mesi. Infatti ne sono passati 12 e ho fatto in tempo a vederti anche a Natale.
Carol non dimenticherò mai la tua mano stretta nella mia mentre con un filo di voce mi hai fatto la promessa. Ti ricordo stesa a letto e stanca, ma molto decisa e determinata.
In questi giorni tantissime persone ti stanno venendo a trovare oltre a tutti i tuoi ragazzi, grandi e piccoli. Stanno tornando tutti quelli che hai cresciuto qui dentro. Alcuni tornano con i loro bambini e con la loro famiglia, quella nuova, costruita una volta usciti da qui. Perché quella vecchia molti di loro non l’hanno mai avuta.
Sono giorni difficili qui a Daddy’s Home perché ci manchi e la tua assenza è pesante come un masso. So che tra le tantissime persone che ti hanno conosciuta ce ne sono molte che hanno un posto particolare nel tuo cuore e tu sei nel loro. Io non rivendico nessuna posizione prioritaria e davvero non mi sento di meritare nemmeno un ricordo. Per questo chiedo scusa a chi mi legge e sente di appartenere al gruppo dei privilegiati. Non voglio essere scambiata per una che approfitta del momento, non puoi certo replicare!
Sono arrivata pochi anni fa e non ho mai avuto un ruolo. Mi sono infilata nella Babies Home quasi a cercare una collocazione che giustificasse la mia presenza. Ho visto che ti faceva piacere e a me gratificava ricevere le tue indicazioni su cosa ti saresti aspettata dalla nurses e su quanto ci tenessi affinché le dritte impartite dal gruppo dei pediatri venissero seguite alla lettera. Ho visto che hai apprezzato il lavoro fatto con le mie ragazze nel dare “lezioni” di igiene orale tra le case, con i bambini che uscivano dai bagni con la lingua rosa e i nuovi spazzolini in mano.
So che mi hai seguita anche quando la nevrosi della casalinga mi ha presa e mi sono messa a ripulire parte della cucina. Quella grande intendo, quella dove si lavora h24.
Carissima Carol, non dimenticherò mai l’entusiasmo che mi hai dimostrato una volta al corrente del lavoro che faccio. Ero ancora all’inizio della mia fatica e tu mi hai spronata e motivata chiedendomi quante più cose possibili su ratti, scarafaggi, serpenti. Per poi partire a parlare di gatti e cani, confessandomi che nemmeno ti piacevano. Eppure di lì a qualche settimana la tua casa ,piano piano, si è riempita di bassotti e labrador di cui ci raccontavi nei tuoi post in facebook.
Che grande cosa è stato facebook anche per te. Ne hai capito subito il potenziale e ci sei entrata con lo stesso entusiasmo di una ragazzina. Così grazie a Facebook abbiamo potuto seguirti nella tua grande impresa.
Sappi Carol che ancora adesso qui a Daddy’s Home mi porto dietro la fama della maniaca delle pulizie e quando arrivo non c’è persona che non voglia farmi vedere com’è pulito il suo posto di lavoro e di quanto bene lo stia tenendo. Non ti dico le uova! Una vera contabilità per la gestione delle uova fresche! D’altronde tu spargevi la voce che stava arrivando la pazza che voleva tutto in ordine e così ora devo reggere questa parte.
Sono a letto, ho la camera in Luisiana Home, la casa delle bambine più piccole. Sono salita nella loro stanza perché questa sera non c’è la loro “incharge”. Sono serate quasi di festa queste. Ti hanno portata nella grande palestra dove hanno allestito tutto per la veglia. E’ un’occasione per tutti di uscire dalla quotidianità. Anche le ragazze addette a controllare le varie case approfittano per uscire un po’ ad incontrare le amiche e gli amici che arrivano dagli altri orfanatrofi per farti visita. Sappiamo che a Butterfly Hill sono stati trasferiti tutti i maschi adolescenti, mentre le ragazze sono rimaste qui nella Angel Home. Quindi il controllo che dovrebbe esserci stasera va un po’ per aria. Ma è giusto così, Carol. E’ giusto che ci sia ogni tanto un motivo per rompere la routine. Tu sei stata maestra in questo. Quante occasioni hai creato per far fare uno spettacolo ai tuoi ragazzi. Ogni scusa era buona per tirare su il palco, accendere le luci e far danzare i tuoi gruppi. Dal primo anno allo scorso Natale devo dire che di progressi ne sono stati fatti davvero tanti. Il tecnico delle luci si è inventato anche la stella mobile che volava sul pubblico all’arrivo dei Re Magi, per non parlare del corpo di ballo. Persino le musiche sono migliorate e l’impianto del suono è degno di un vero teatro.
Insomma, nel fare tanti spettacoli hai dato il pretesto a molti di svolgere ruoli importanti, di impegnarsi per migliorare e di impiegare ore e ore delle giornate in prove.
Bene, stasera le piccole in Luisiana sono particolarmente vivaci. Ce ne sono alcune già addormentate, Melody ad esempio dorme come un ghiro. Altre sono più sveglie di un pipistrello e non c’è verso che si mettano giù. Hanno tutte la loro stuoietta, anche se alcune sono rotolate fuori e sono proprio sul pavimento. Fa un po’ impressione a vederle dormire così per terra. Ma sono proprio abituate, dormono che è un piacere stare a guardarle.
River e Triveni non vogliono saperne di stare giù. Cerco in tutti i modi di convincerle a sdraiarsi ma non c’è nulla da fare. Così mi sdraio anch’io. Figuriamoci se la mia schiena me lo permette. Due secondi e mi devo rialzare. Sono coperta dalle scimmiette che vogliono darmi i baci, così come io le riempio sempre di baci a schiocco. Gli indiani non danno i baci come noi, se li prendono con le mani dalla tua guancia, riportandosele poi alla loro bocca. E’ un gesto veloce, quasi furtivo.
Che cosa grande che hai fatto Carol! Queste bimbe sono qui stasera, tutte assieme, per trascorrere una delle loro tante notti, tutte rannicchiate a terra, vicine le une alle altre quasi a coprire tutti gli spazi vuoti che hanno dentro. Sarebbero forse in un altro orfanatrofio ma non sarebbero qui in Luisiana Home se tu non avessi dato vita ad un’impresa immensa come Care & Share.
Mi si chiudono gli occhi e ti devo proprio salutare. D’altronde non riesco a non piangere quando vengo ogni tanto a salutarti, lì dove ti hanno portata. E quando piango gli occhi mi si gonfiano, proprio come stasera. Domani arrivano i tuoi figli, partiti all’improvviso per raggiungerti. Domani li hai proprio tutti qui.
Cara Carol non ho mai scritto una lettera a chi se n’è andato e forse avrei dovuto farlo con mia sorella. Sono parole che sicuramente rimangono ferme in un computer per poi volare nel web una volta che mi verrà il coraggio di pigiare il tasto “pubblica”. So che tu non le leggerai, purtroppo conosci il mio pensiero in merito e, come avevamo avuto modo di dircelo, io appartengo a quelli che non trovano pace, né in cielo né in terra.
Ma queste parole spero arrivino a qualcuno che leggendole comprenda cosa hai saputo creare assieme a Noel.
Io per il poco che conto continuerò e sono sicura che Piera Home un giorno sarà piena di ragazze. Me l’hai promesso!