Una mattina mi sono chiusa nell’ambulatorio dei pediatri per leggermi le storie dei nostri piccoli e meravigliosi ospiti.
Ci sono dei fascicoli che racchiudono delle cartelline in plastica che a loro volta raccolgono qualche foglio di carta, in cui sono indicate le misere e spoglie informazioni che riguardano i bambini arrivati alla Babies Home. Mi immergo nella fredda burocrazia manipolata dalla scrittura incomprensibile indiana e da quella un po’ più decifrabile inglese. Dati freddi, distaccati, ripetitivi e privi di coinvolgimento emotivo. Storie raccolte in fretta e furia pur di ottenere una firma sotto due righe, solo quando almeno un genitore è presente, sennò nemmeno quelle ma solo un timbro e via, il bambino è solo!
E’ qui che interviene Care&Share, spalancando le sue enormi braccia e il suo enorme cuore.
Non pensate che quando arriva un bimbo nuovo ci sia grande comunicazione. Tutt’altro: tutto marcia con la solita lenta abitudine. Arrivi in Babies Home e ti trovi una bimba con i capelli un po’ scompigliati, vestita e pulita, con lo sguardo perso, a volte con i lacrimoni che rigano le guance, a volte invece sorridente e divertita. Dopo qualche secondo in cui il mio cervello cerca la connessione tra i tratti somatici della nuova arrivata e quelli impressi nella mia memoria, appartenenti a decine di altri bambini che ogni giorno mi girano attorno, e mi giunge il segnale di “non riconosciuta”, in quel momento realizzo che è la prima volta che la vedo.
Quello è il momento in cui vengo assalita da quella strana sensazione conosciuta, remota, già vissuta tanti anni fa, magari da bambina, di solitudine e paura. La sento tutta dentro la pancia e nella testa che si svuota. Ho paura ad avvicinarmi e la studio da lontano. Se mi fa troppo male rallento, a volta cambio direzione e mi rivolgo a qualche piccolo già abituato alla mia presenza. Quando finalmente riesco ad abbattere tutte le difese che il mio organismo erige senza il mio controllo, prendo il fagotto, più o meno grande e tento con quel poco che posso di creare una relazione. E’ una goffa relazione fatta di contatti tra le mie mani, le sue mani e i suoi piedini, spesso per controllare che ci siano tutte le dita e che non ci siano deformazioni- molto frequenti- le mie mani e la sua schiena, il suo collo, la sua nuca.
Sono momenti in cui mi chiedo dove si possa trovare la forza di lasciare una creatura che hai portato per tanti mesi nella tua pancia, riversa a testa in giù nella tazza di una gabinetto. Come puoi tagliare il cordone ombelicale e abbandonare tuo figlio nell’aiuola di una rotatoria, lasciandolo in pasto alle formiche, sotto il sole o sotto la pioggia? Perché cresci tua figlia e poi le spezzi le braccia e la appoggi con il culetto sulle braci ardenti? Perché le tiri i capelli fino a staccarglieli per sempre dal cuoio capelluto? Perché molli il tuo bambino sul ciglio della strada e lo lasci in balia del traffico automobilistico e del traffico umano?
Perché anche tu sei stata violentata, magari da bambina, e hai sentito il dolore dei bastoni che si spezzavano sulle gambe, della sigaretta spenta sulla fronte, dell’olio bollente sul corpo, dei tizzoni ardenti dentro agli occhi. Perché anche tu non hai avuto nessuno che ti ha presa in braccio e ti ha massaggiato la schiena per tranquillizzarti quando la pancia faceva male, quando lo stomaco reclamava cibo e acqua, quando il rumore ti spaventava e la paura ti assaliva. Perché trovarsi un figlio da crescere, con altri due, tre, quattro più grandicelli, frutti di stupri e comunque non frutti d’amore, perché avere l’alcol che ti stordisce per non sentire, perché passare da bambina a donna nel giro di una settimana con un uomo mai conosciuto che ti ingravida senza pietà, è mostruoso e troppo difficile da accettare come dono della vita. La vita ti distrugge e tu distruggi la vita.
Le immagini dei bambini saranno omesse per una privacy che mi si dice imposta dal governo indiano, così come i loro nomi. Compariranno solo le iniziali.
N. arriva alla Babies Home nel mese di agosto 2014 e tramite il Woman and Child Welfare Department viene affidata a Care & Share dai genitori che non vengono ritenuti in grado di provvedere a lei. Due righe un timbro e una firma: N. è sola!
A. viene data alla luce dalla madre di 21 anni che ha già un figlio di 5 anni. Il padre del primogenito, alcolista la abbandona, e lei rimane nuovamente incinta senza volerlo. Torna dai genitori che, d’accordo con la figlia, decidono di vendere la piccola di 4 giorni ad una coppia. Il tramaccio viene scoperto e la bimba è affidata all’ente governativo che decide di assicurarla alle cure di Care & Share che se la prende il 14/12/15. Due righe, un timbro e una firma: A. è sola!
K. arriva il 28/11/15 dopo che la madre di 17 anni rinuncia a crescerla e la affida a Care & Share. Due righe, un timbro e una firma: K. è sola!
S. ha 6 giorni quando arriva a Care &Share l’8/12/15 perché la madre viene scoperta che la sta vendendo ancora in ospedale dove l’ha messa al mondo. Due righe, un timbro e una firma: S. è sola!
A. viene affidata a Care & Share il 10/10/15 che la porta in ospedale per le gravi condizioni, da dove viene dimessa il 30/12/15 per arrivare alla Babies Home (con me! http://www.pattindia.wordpress.com ). E’ stata da subito venduta dalla madre dopo averla fatta nascere, prematura di 600 grammi. La coppia che se ne prende carico, per l’eccessiva debolezza e anemia della bambina, decide di abbandonarla nell’immondizia da dove viene salvata. Due righe, un timbro e una firma: A. è sola!
Y. nasce il 13/8/15 e dopo due mesi, l’11/10/15 viene trovato a 40 km da Vijayawada, lungo una strada con la mamma ubriaca che lo sta percuotendo. Alcuni passanti notano la cosa e portano madre e figlio alla locale stazione di polizia che le toglie il piccolo definendola mentalmente ritardata. Il 13 ottobre Y. arriva a Care & Share. Due righe, un timbro e una firma:Y. è solo!
R. alle 5 del mattino del 6/10/15 viene visto da un uomo alla guida di un trattore che lo prende e lo affida a dei parenti senza figli. I vicini di casa se ne accorgono e denunciano l’accaduto alla polizia che si prende il bimbo e lo affida a Care & Share. Due righe, un timbro e una firma: R. è solo!
Y. è venduta alla nascita l’1/5/15, ad una coppia senza figli. L’ufficiale addetto al controllo sanitario del villaggio si accorge che la neonata non è più con la madre che viene subito interrogata in merito. Risponde di averla affidata a dei parenti. Parte l’indagine e una volta scoperta la verità la bimba è affidata a Care & Share il 4/9/15. Due righe, un timbro e una firma: Y. è sola!
K. nasce il 18/11/11 e dopo 14 giorni viene affidata a Care & Share per eccessivi problemi di salute che la famiglia non intende affrontare avendo già altri figli. Due righe, un timbro e una firma: K. è sola!
T. nasce il l’11/2/12 paralizzato nella parte sinistra. Viene abbandonato il 18/2/12 vicino al cimitero di Machilipatnam. E’ affidato a Care&Share. Due righe, un timbro e una firma: T. è solo!
P. nasce il 17/9/12 con un tumore intraoculare sinistro, non viene nemmeno portata a casa. Il 25/9/12 arriva a Care & Share che se ne prende cura e provvede all’operazione di rimozione totale del tumore. Due righe, un timbro e una firma: P. è sola!
R. è del 3/6/2008. Viene abbandonata alla fermata delle corriere, piattaforma n. 42, di Vijayawada. In ospedale dove viene ricoverata la trovano in condizioni precarie con una cardiomegalia. Arriva a Care & Share il 3/6/10 e pesa 7,600 kg. In luglio del 2010 subisce l’intervento che le “sistema” il cuore. Le sue condizioni sono buone anche se le viene diagnosticato un ritardo mentale. Da giugno 2014 è affidata ad un istituto speciale per bambini ritardati.R. viene spesso a Daddy’s Home a trovare le sue amichette e me la trovo alla Luisiana Home anche quest’anno. Due righe, un timbro e una firma: R. è sola!
G. nasce il 19/10/11 positivo all’HIV. Viene abbandonato in autostrada. E’ affidato a Care & Share il 17/4/13. Due righe, un timbro e una firma: G. è solo!
R. è stato trovato lungo le rotaie del treno della stazione di Vijayawada e il 20/8/15 e Care & Share se ne prende cura. R. è stato adottato a distanza da Carolina, mia figlia, facendomi piangere quando me l’ha chiesto. Due righe, un timbro e una firma: R. è solo!
K. è stata avvolta in un telo di plastica e coperta con un bidone perché pioveva forte quella sera. Dei passanti notano che tra le immondizie dei cani stanno trafficando con il bidone per estrarre qualche cosa. Viene salvata e affidata a Care &Share il 19/6/15. Due righe, un timbro e una firma: K. è sola!
J. è venduto illegalmente dalla madre. Salvato e affidato a Care &Share l’1/5/15. Due righe, un timbro e una firma: J. è solo!
S. venduta dai genitori che non sono in grado di mantenerla assieme ad altri tre figli. Con il peso di 4,400 kg viene affidata a Care & Share il 25/11/14. Due righe, un timbro e una firma: S. è sola!
N. è sorella di R., più grande e di P. Vengono notati alla stazione di Vijayawada in data 11/12/12 assieme ad una donna dal comportamento sospetto. La polizia la interroga e di fronte a risposte incerte, viene portata con i ragazzini in un centro di soccorso e rifugio, Jothi Welfare Society. Dopo alcuni giorni di permanenza la donna inizia a mostrare segni di squilibrio minacciando di uccidere i bambini se non la lasciano andare. I bambini vengono affidati a care & Share nel gennaio 2013. Due righe, un timbro e una firma: N., R. e P.sono soli!
A. girovaga per lo slum da sola. La sua nonna molto anziana è mendicante e non la può seguire. A. viene affidata a Care & Share il 26/12/12.Due righe, un timbro e una firma: A. è sola!
E’ pieno il campus di Daddy’s Home, di Butterfly Hill, di Bishop Azaraiah di storie come queste. Care&Share segue migliaia di bambini e ragazzi dichiarati soli con due righe, un timbro e una firma.
E’ pieno il mondo di crudeltà e spietatezza nei confronti di vite giovani e vecchie, di donne e di uomini.
Chiudo il raccoglitore di storie e lo ripongo nella mensola nell’ambulatorio della Babies Home. Fuori i bambini urlano e corrono, è l’ora della pappa, hanno tutte le loro seggiole colorate attorno ai tavolini pieni di piatti colmi e fumanti. Molti di loro saranno adottati e partiranno con il loro bagaglio fatto di due vestitini, un biberon e un fascicolo di documenti in cui, con due righe, un timbro e una firma sono stati dichiarati soli!
P.S. una volta giunta a casa vengo invitata a rispettare la privacy dei bambini evitando di pubblicare le loro foto e i loro nomi. Ci sono azioni il cui significato mi sfugge ma che decido di eseguire senza discutere per il loro bene perché è per loro che scrivo. Le foto di questo articolo non riportano immagini dei bambini di cui parlo.
Qualcuno un tempo diceva: “non capisco ma mi adeguo”.
Commovente…e fiera di conoscerti! Spero che un giorno mi lascierai seguirti in questa struggente ma cosi reale realta’
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Che nodo in gola, Patrizia! Spero che questi bambini riescano a superare le offese del corpo e soprattutto del cuore… Grazie per le tue testimonianze e per il tuo grande impegno…
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